IL FORUM DEI LIBERALCOMUNISTI

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LETTERA AGLI INDECISI DELLA SELVA EUROPA




Fratelli e sorelle,




Nel mese di luglio a Genova si terrà la Dieta dei Grandi della Terra. Otto signori del mondo riuniti per banchettare e decidere il futuro di tutti. Nessuna delle nostre ragioni sederà con loro, eppure le nostre vite sono appese al filo di quelle decisioni. Anche senza invito, andremo là per gridare ragioni differenti. Ad accoglierci troveremo muraglie ed eserciti.


Ci ordineranno di disperderci.


Noi disobbediremo.


Perché? Lo faremo per noi stessi? Lo faremo perché lo riteniamo giusto? Lo faremo perché non c'è altra scelta?


Ecco, io vi dico che non importa il motivo. Al momento delle decisioni, quando la storia si compie, ciò che sommamente conta è esserci, stare lì e fare la propria parte.


Quante volte in questi anni ci siamo sentiti inutili, fiaccati dallo scarso numero o dall'isolamento? Quante volte ci siamo persi in lunghi concili che non portavano a niente? Quante volte abbiamo pensato che Davide non trovasse la fionda per colpire Golia? Quante volte abbiamo creduto che nessuno sforzo potesse servire?


A volte capita di guardarsi allo specchio e di scoraggiarsi, di vedere ingenuità e stupidità, patetici illusi che cercano un senso per le loro vite. I più acuti riescono a porsi la domanda: serve a qualcosa oltre che a me stesso, oltre a illudermi di servire a qualcosa e consolarmi perché sto dalla parte giusta?


Ma queste domande, così come le divisioni retoriche e le discussioni sui concetti, troppo spesso diventano la porta lasciata aperta sul retro, per tagliare la corda ogni volta che le cose non vanno come le abbiamo immaginate o come ci sarebbero più consone.


E' giunto il momento di lasciare da parte tutto questo.


Le cose stanno accadendo ADESSO. Forse non andranno come le immaginiamo, perché non abbiamo la sfera di cristallo. Tuttavia ACCADRANNO.


E quando le cose accadono non è mai indifferente che noi ci siamo oppure no.


Qualcosa di nuovo inizierà a Genova. Non cielo e terra nuovi, né la Nuova Sion, ma una moltitudine capace di immaginare mondi diversi da questo. Riuscire a pensarli, al di fuori della cerchia ristretta di fratelli e compagni, farlo in decine di migliaia, in centinaia di migliaia, non è proprio la stessa cosa che andare in ferie.


Se saremo là per immaginare un mondo diverso, bene. Perché è all'unicità di un destino triste che vogliono ridurci.


Se saremo là per non annoiarci, io dico ben venga. Perché la politica della noia genera l'impossibilità di pensare qualcosa di meglio per le nostre vite.


Se saremo là per vedere quello che accadrà, benissimo. Vedere coi propri occhi una moltitudine che insorge contro la tirannia non è spettacolo di tutti i giorni. E' qualcosa che cambia la vita.


Quando un'armata pacifica di decine di migliaia di persone cingerà d'assedio gli otto uomini più potenti del mondo, lo farà anche per i miliardi di persone che a Genova non potranno esserci. Non in nome loro, ma INSIEME a loro.


Perché noi possiamo farlo. Noi possiamo esserci. Coloro che, potendo, non verranno, rimpiangeranno la propria assenza.


Noi saremo là per AVANZARE.


Non CONTRO le schiere e gli eserciti, bensì OLTRE di essi. Non ci interessa la battaglia campale, non dobbiamo sconfiggere la loro forza armata, ma dimostrare che ai Signori non resta che quella, poiché la ragione l'hanno persa da un pezzo.


Non possiamo che vincere questa battaglia. E la vinceremo SUL CAMPO.


ATTACCANDO QUEL MURO. Con dirigibili, palloncini, aeroplani di carta e marchingegni d'ogni tipo, apriremo un varco, lo scalfiremo anche solo di pochi centimetri, per farci passare attraverso la nostra rabbia e la nostra speranza. Sì, ci sono momenti nella storia in cui la giustizia e la libertà sono questione di pochi centimetri.


Quel piccolo varco è un segno. E' la forzatura di una dogana di esclusione. Attraverso quello spiraglio passeranno i nostri fratelli e sorelle migranti, esclusi da una vita degna; passeranno i quattro quinti dell'umanità relegati nella povertà e nella guerra; passerà la Terra che non si rassegna a crepare; passeremo noi, con le nostre vite precarie e sfruttate. Passerà il nostro "ADESSO BASTA!".


Saremo il loro incubo peggiore. Non ci sono zone rosse che possano proteggere i responsabili della miseria. Non ci sono cittadelle fortificate dentro le quali possano asserragliarsi. Il mondo non è abbastanza grande perché possano trovare un buco in cui nascondersi.


Toccherà a noi dimostrare tutto questo. A Genova, il 19, 20 e 21 luglio dell'anno 2001.






Capitano Gert dal Pozzo, dalla Selva Europa, Pianeta Terra.






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