IL FORUM DEI LIBERALCOMUNISTI

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Re: Un articolo anti-Ebioniti


Salve Sig. A. S.,


l'articolo che mi ha inviato conferma le mie ipotesi sulla setta degli


Ebioniti e mette in luce elementi ancora oscuri su questo argomento.


E' importante notare come anche il Murmelstein sia giunto alla conclusione


che gli Ebioniti provenivano dalla comunità cristiana di Giacomo, che noi


sappiamo essere stata in realtà quello che restava della antica comunità


essena.


E' un articolo molto interessante, che offre numerosi spunti per ulteriori


ricerche, anche se naturalmente non ne condivido le conclusioni, che sono


tutte dettate da spirito confessionale e non scientifico.


Cordiali saluti,




Massimo Cogliandro









--- --- --- --- --- --- --- --- ---

Replying to:

Gent.Signor Cogliandro ,


Le invio il testo dell'articolo anti-ebioniti. La fotocopia da cui l'ho


ricopiato, speditami gentilmente da un amico di Torino,non è,


purtroppo, molto pulita e mancano due righe . Cercherò di ovviare alla


lacuna appena entrerò in contatto con l'amico torinese.


Cordiali saluti:


A. S.






HA KEILLAH


Bimestrale ebraico torinese


Organo del Gruppo Di Studi Ebraici


Aprile-Maggio 2000


N.2


ANNO XXV-125


NISSAN_IYAR 5760.




CHI E'IL FIGLIO "MALVAGIO" RICORDATO NELLA HAGGADA'?


_____________________________________________________






Poco dopo l'inizio del Seder leggiamo,"la Torà parla di quattro tipi di


figli: uno saggio, uno malvagio, uno semplice ed uno che non è capace


di fare domande".


Il malvagio dice:"Che cosa è per voi questa cerimonia?" ... "tu


rispondigli duramenteer quello che mi fece il Signore quando uscii


dall'Egitto." "A me, non a lui; se egli si fosse trovato là non sarebbe


stato liberato".


L'invito a rispondere duramente ad una domanda, apparentemennte


normale, sul significato del Seder di Pesach richiede una spiegazione


articolata. Risalta infatti, netto il contrasto con l'atteggiamento di


Hillél HaNassl che, invece, rispose con benevolenza alla domanda del


pagano sul principio fondamentale dell'Ebraismo "nel breve tempo che io


posso stare su un piede solo". In che cosa differisce la domanda


provocatoria nella forma, di un pagano da quella, apparentemente


normale, di un figlio, sia pure malvagio?


Rabbi Tarfon (fine I, inizio II secolo E.V.), uno dei partecipanti alla


cena di Benè Beraq evocato nella Haggadà, era solito parlare


di "coloro che conoscono DIO e Lo negano" mentre Rabbi Ismael


(contemporaneo) stigmatizzava coloro che seminano odio ed inimicizia.


queste due citazioni permettono già di affermare che il figlio malvagio


appartiene a coloro che negano il Signore anche se Lo conoscono ,


seminando così odio ed inimicizia. Il pagano che non sapeva aveva fatto


una domanda e chiesto una risposta facilmente comprensibile mentre il


figlio malvagio, che sapeva, faceva la domanda per seminare odio ed


inimicizia (1).


Più esplicito è l'insegnamento di Rabbi Hiyya di Kafri


(fine II,inizio III secolo E.V.), discepolo e collaboratore di Rabbi


Jehuda HaNassl, che riporta la domanda nella forma completa, per far


risaltare l'intento provocatorio: "Che cos'è per voi questa cerimonia?


Che cos'è questo disturbo che ogni anno c'imponete?". Il figlio


malvagio non solo mostra di non condividere il significato del Seder di


Pesach ma arriva a parlare di un disturbo imposto ogni anno. La


risposta suggerita da Rabbi Hiyya è più breve - "Per quello che mi


fece il Signore"- di quella riportata nella Haggadà , quindi più


generale , ad indic are una controversia ampia, non limitata al


significato del Seder. Rabbi Hiyya premette infatti che "Avendo egli


escluso se stesso dalla collettività , tu rispondigli 'Per quello che


mi fece il Signore' e spiega "Fece a me , a costui non fece. Se costui


fosse stato in Egitto , non sarebbe stato degno di essere salvato di


là" (2).


Questo insegnamento conduce alla controversia con il gruppo giudaico-


cristiano degli Ebioniti che si erano esclusi dalla collettività avendo


negato l'autenticità di gran parte della Tora, in particolare le norme


sui sacrifici(3), oltre all'importanza della maggior parte della


storia, specialmente della Casa di David.


Il gruppo degli Ebioniti risale a quella parte della prima comunità


cristiana di Gerusalemme che aveva seguito la guida di Giacomo (della


famiglia del Fondatore)in aspro contrasto con Pietro (Simone Chefa) e


Paolo (Saul di Tarso). All'epoca della guerra giudaica (66-70 E.v.) gli


Ebioniti si erano rifugiati nelle città greche della Dodecapoli ad Est


del Giordano. All'epoca della rivolta di ..............(righe omesse)


.....re la precisazione di Rabby Hiyya:"...non sarebbe stato degno di


essere salvato".


All'epoca tutte le comunità cristiane , sia quelle che seguivano Paolo


(Saul di Tarso) sia gli Ebioniti davano a Pesach'e al Seder , un


significato particolare che esigeva la precisazione:"per quello che mi


fece il Signore". Gli Ebioniti, che negavano l'autenticità delle norme


della Tora sui sacrifici, consideravano quindi la celebrazione del


Seder , nella forma prescritta, quale disturbo imposto ogni anno. Al


figlio malvagio si doveva quindi rispondere duramente, non potendoci


essere alcun dialogo.


E'istruttivo ricordare come due secoli dopo l'insegnamento di Rabbi


Hiyya sugli Ebioniti, Girolamo di Strido (342-420) che per tradurre la


Bibbia in latino aveva chiesto aiuto ai rabbini - scrisse:"Mentre


vogliono essere Giudei e Cristiani, non sono nè Giudei nè Cristiani".


E' quindi possibile affermare che il "Malvagio" evocato nella Haggadà


appartenga alla setta degli Ebioniti. Questa setta, molto diffusa nella


regione medio orientale durante i primi secoli E.v., contestava


l'Ebraismo (sia rabbinico che sadduceo) e il Cristianesimo in modo


radicale. Chi sa solo seminare odio ed inimicizia è incapace di


formulare proposte .


Chi negava l'autenticità di parti della Tora certamente non poteva


proporre un apropria interpretazione. Chi, da solo si era escluso dalla


collettività non poteva partecipare alla discussione e otteneva solo


risposte pronunciate duramente . Questa inacapacità degli ebioniti ad


un dialogo costruttivo portò nel quarto secolo E.v. alla scomparsa


della setta.


Il figlio malvagio in fondo è anche stolto.


La domanda finale che ci dobbiamo porre è : che cosa si deve fare per


evitare che un figlio magari "semplice, diventi il "malvagio"? Se, come


visto, Hillel seppe rispondere al pagano in modo breve e comprensibile,


così, come insegnato dai Maestri citati nella Haggadà ,


al "semplice"che chiede "Che cos'è questo?"si deve dare una risposta


breve e facilmente comprensibile. *





Wolf Murmelstein






* L'autore dedica la presente alla memoria del Padre Rabbi Benjamin


Murmelstein e della Madre Margherita Geyer Murmelstein.




Note:


(1)Hans Joachim Schoeps as Juden - Christentum, Bern 1964,pag.103.


(2)Talmud Jeiushalml, Pesachim, X,4,37d; come riportato in Haggadà di


Pesach, Sefer Angelo, Traduzione,Introduzione,Note di Roberto Bonfil,


Milano 1962. Le citazioni della Haggadà fanno riferimento al sefer


Angelo. La trascrizione del nome di Rabbi Hiyya differisce da quella


riportata Rabbi Chijjà-pag.34.


(3)Schoeps,op.cit.pagg.68-69.


(4)Schoeps,op.cit.pag.106.



















Notizie


Gentile Sig.Cogliandro,


Le invio il testo di due trafiletti di giornale del 1997, più il testo


di un documento che ho scaricato da Internet e che riguarda il vangelo


degli Ebioniti.


Cordiali saluti:


A. S.




IL CASO


--------




UN TEOLOGO HA RIFATTO I CONTI


Cristo morì quasi a 40 anni.




ROMA - Gesù quando morì non aveva 33 anni ma 37 o addirittura quasi 40.


E' quanto afferma monsignor Luciano Pacomio,docente di teologia biblica


all'università del Laterano e neo vescovo di Mondovì, il quale -


allineandosi peraltro a quanto gli esegeti delle Scritture sostengono


da tempo- confuta i calcoli che il monaco scita Dionigi il Piccolo fece


nel VI secolo.


"Gli anni di Gesù - afferma Pacomio - possono andare dai 37 ai 38 e


mezzo: ce lo dicono i Vangeli stessi. Se si analizza il testo di Luca


che data il XV anno dell'impero di Tiberio attorno al 29 dopo Cristo,


allora bisogna datare la morte di Erode il Grande attorno al 4 avanti


Cristo e siccome il figlio di Dio ha avuto a che fare con Erode il


Granmde, e in questo ci è testimone Matteo, allora Gesù doveva avere 29


anni più almeno 4 anni e mezzo. Siamo quindi nell'ordine di 33 anni e


mezzo. Se poi, rispetto alla storiografia giovannea si aggiungono i 3


anni di vita di predicazione e vita itinerante pubblica, si arriva a


questo risultato".


Secondo il teologo molti continuano a ritenere che gli anni di Cristo


siano 33 perchè tale numero è diventato un numero quasi simbolico.


_____________________________________________________________________




RIVELAZIONI DI UN GIORNALE PORTOGHESE."NON E'IMMINENTE LA FINE DEL


MONDO"


FATIMA: "IL TERZO MISTERO NON ESISTE"




Umberto Cecchi





"La Madonna non offre dettagli sul futuro nè si occupa della storia del


mondo". Con queste parole del cardinale Joseph Ratzinger si è


cercato ,anni fa,di chiudere definitivamente il dibattito sul terzo


segreto di Fatima, che a sentire i fanatici dell'apocalisse nascondeva


qualcosa di terribile. Tipo la fine del mondo allo scoccare del 2000. E


invece no: niente fine del mondo , ma, a sentire il settimanale


portoghese "Visao", semplicemente la fine della dittatura di Antonio


Oliveira Salazar. Tutto qui? Tutto qui , dicono gli esperti delle cose


di Fatima, ascoltata suor Lucia, arzilla e lucida suora novantenne e


unica sopravvissuta dei tre pastorelli che nel 1917 videro la Madonna


alla perfiferia di un paese distanmte 140 chilometri da Lisbona. Ma


questi tre segreti, sono davvero tali? I primi due furono svelati negli


anni '40: il primo prediceva la fine della Grande Guerra e annunciava


la Seconda. Il secondo prevedeva il ritorno della Russia al


cattolicesimo.


E il terzo? Il terzo doveva essere davvero terribile se lo scrittore


Jacques Lallee, presente nel 1959 quando Papa Giovanni XXIII aprì la


busta, disse di aver letto il terrore sui volti dei presenti. Doveva


essere inquietante, se Alì Agca, l'attentatore turco di Giovanni Paolo


II sostenne di aver agito in nome del "segreto". E invece, anche


secondo il professor Jose Geraldes Freie, dell'università di Coimbra,


il segreto non c'è. Si tratta solo della caduta del regime lusitano,


previsione che fu tenuta nascosta per non irritare Salazar.


Banale, non è vero? Anche troppo, se pensiamo che intere generazioni di


credenti hanno atteso verità assolute sul piano della fede rivelate in


quelle poche frasi dettate a Giacinta , Francesco e lucia dalla


Madonna. E invece, alla fine, altro non erano se non bollettini di


guerra, scontati ruzzoloni di imperi e dittature , previsioni del tempo


profano. Se dobbiamo dar credito a "Visao" e alle sue ricerche, il


mistero che fino a oggi ha circondato i tanto discussi messaggi della


Madonna ai pastorelli, ha finalmente una spiegazione: i tre segreti di


Fatima erano talmente banali da non sapere come fare a renderli noti.


Ma sarà vero?




_______________________________________________________________________






Il Vangelo degli Ebrei, o Vangelo dei Nazorei, è un testo aramaico


dell'inizio del secondo secolo, che noi conosciamo solo attraverso


frammenti e citazioni. Si legge in esso che "il Signore, dopo d'aver


consegnato il lenzuolo mortuario al servo del sommo sacerdote, venne


presso Giacomo e apparve a lui". Questo passo mostra l'interesse che i


cristiani di allora avevano per la Sindone.











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Replying to:


Salve Sig. A. S.,


l'articolo che mi ha inviato conferma le mie ipotesi sulla setta degli


Ebioniti e mette in luce elementi ancora oscuri su questo argomento.


E' importante notare come anche il Murmelstein sia giunto alla conclusione


che gli Ebioniti provenivano dalla comunità cristiana di Giacomo, che noi


sappiamo essere stata in realtà quello che restava della antica comunità


essena.


E' un articolo molto interessante, che offre numerosi spunti per ulteriori


ricerche, anche se naturalmente non ne condivido le conclusioni, che sono


tutte dettate da spirito confessionale e non scientifico.


Cordiali saluti,




Massimo Cogliandro









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Replying to:

Gent.Signor Cogliandro ,


Le invio il testo dell'articolo anti-ebioniti. La fotocopia da cui l'ho


ricopiato, speditami gentilmente da un amico di Torino,non è,


purtroppo, molto pulita e mancano due righe . Cercherò di ovviare alla


lacuna appena entrerò in contatto con l'amico torinese.


Cordiali saluti:


A. S.






HA KEILLAH


Bimestrale ebraico torinese


Organo del Gruppo Di Studi Ebraici


Aprile-Maggio 2000


N.2


ANNO XXV-125


NISSAN_IYAR 5760.




CHI E'IL FIGLIO "MALVAGIO" RICORDATO NELLA HAGGADA'?


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Poco dopo l'inizio del Seder leggiamo,"la Torà parla di quattro tipi di


figli: uno saggio, uno malvagio, uno semplice ed uno che non è capace


di fare domande".


Il malvagio dice:"Che cosa è per voi questa cerimonia?" ... "tu


rispondigli duramenteer quello che mi fece il Signore quando uscii


dall'Egitto." "A me, non a lui; se egli si fosse trovato là non sarebbe


stato liberato".


L'invito a rispondere duramente ad una domanda, apparentemennte


normale, sul significato del Seder di Pesach richiede una spiegazione


articolata. Risalta infatti, netto il contrasto con l'atteggiamento di


Hillél HaNassl che, invece, rispose con benevolenza alla domanda del


pagano sul principio fondamentale dell'Ebraismo "nel breve tempo che io


posso stare su un piede solo". In che cosa differisce la domanda


provocatoria nella forma, di un pagano da quella, apparentemente


normale, di un figlio, sia pure malvagio?


Rabbi Tarfon (fine I, inizio II secolo E.V.), uno dei partecipanti alla


cena di Benè Beraq evocato nella Haggadà, era solito parlare


di "coloro che conoscono DIO e Lo negano" mentre Rabbi Ismael


(contemporaneo) stigmatizzava coloro che seminano odio ed inimicizia.


queste due citazioni permettono già di affermare che il figlio malvagio


appartiene a coloro che negano il Signore anche se Lo conoscono ,


seminando così odio ed inimicizia. Il pagano che non sapeva aveva fatto


una domanda e chiesto una risposta facilmente comprensibile mentre il


figlio malvagio, che sapeva, faceva la domanda per seminare odio ed


inimicizia (1).


Più esplicito è l'insegnamento di Rabbi Hiyya di Kafri


(fine II,inizio III secolo E.V.), discepolo e collaboratore di Rabbi


Jehuda HaNassl, che riporta la domanda nella forma completa, per far


risaltare l'intento provocatorio: "Che cos'è per voi questa cerimonia?


Che cos'è questo disturbo che ogni anno c'imponete?". Il figlio


malvagio non solo mostra di non condividere il significato del Seder di


Pesach ma arriva a parlare di un disturbo imposto ogni anno. La


risposta suggerita da Rabbi Hiyya è più breve - "Per quello che mi


fece il Signore"- di quella riportata nella Haggadà , quindi più


generale , ad indic are una controversia ampia, non limitata al


significato del Seder. Rabbi Hiyya premette infatti che "Avendo egli


escluso se stesso dalla collettività , tu rispondigli 'Per quello che


mi fece il Signore' e spiega "Fece a me , a costui non fece. Se costui


fosse stato in Egitto , non sarebbe stato degno di essere salvato di


là" (2).


Questo insegnamento conduce alla controversia con il gruppo giudaico-


cristiano degli Ebioniti che si erano esclusi dalla collettività avendo


negato l'autenticità di gran parte della Tora, in particolare le norme


sui sacrifici(3), oltre all'importanza della maggior parte della


storia, specialmente della Casa di David.


Il gruppo degli Ebioniti risale a quella parte della prima comunità


cristiana di Gerusalemme che aveva seguito la guida di Giacomo (della


famiglia del Fondatore)in aspro contrasto con Pietro (Simone Chefa) e


Paolo (Saul di Tarso). All'epoca della guerra giudaica (66-70 E.v.) gli


Ebioniti si erano rifugiati nelle città greche della Dodecapoli ad Est


del Giordano. All'epoca della rivolta di ..............(righe omesse)


.....re la precisazione di Rabby Hiyya:"...non sarebbe stato degno di


essere salvato".


All'epoca tutte le comunità cristiane , sia quelle che seguivano Paolo


(Saul di Tarso) sia gli Ebioniti davano a Pesach'e al Seder , un


significato particolare che esigeva la precisazione:"per quello che mi


fece il Signore". Gli Ebioniti, che negavano l'autenticità delle norme


della Tora sui sacrifici, consideravano quindi la celebrazione del


Seder , nella forma prescritta, quale disturbo imposto ogni anno. Al


figlio malvagio si doveva quindi rispondere duramente, non potendoci


essere alcun dialogo.


E'istruttivo ricordare come due secoli dopo l'insegnamento di Rabbi


Hiyya sugli Ebioniti, Girolamo di Strido (342-420) che per tradurre la


Bibbia in latino aveva chiesto aiuto ai rabbini - scrisse:"Mentre


vogliono essere Giudei e Cristiani, non sono nè Giudei nè Cristiani".


E' quindi possibile affermare che il "Malvagio" evocato nella Haggadà


appartenga alla setta degli Ebioniti. Questa setta, molto diffusa nella


regione medio orientale durante i primi secoli E.v., contestava


l'Ebraismo (sia rabbinico che sadduceo) e il Cristianesimo in modo


radicale. Chi sa solo seminare odio ed inimicizia è incapace di


formulare proposte .


Chi negava l'autenticità di parti della Tora certamente non poteva


proporre un apropria interpretazione. Chi, da solo si era escluso dalla


collettività non poteva partecipare alla discussione e otteneva solo


risposte pronunciate duramente . Questa inacapacità degli ebioniti ad


un dialogo costruttivo portò nel quarto secolo E.v. alla scomparsa


della setta.


Il figlio malvagio in fondo è anche stolto.


La domanda finale che ci dobbiamo porre è : che cosa si deve fare per


evitare che un figlio magari "semplice, diventi il "malvagio"? Se, come


visto, Hillel seppe rispondere al pagano in modo breve e comprensibile,


così, come insegnato dai Maestri citati nella Haggadà ,


al "semplice"che chiede "Che cos'è questo?"si deve dare una risposta


breve e facilmente comprensibile. *





Wolf Murmelstein






* L'autore dedica la presente alla memoria del Padre Rabbi Benjamin


Murmelstein e della Madre Margherita Geyer Murmelstein.




Note:


(1)Hans Joachim Schoeps as Juden - Christentum, Bern 1964,pag.103.


(2)Talmud Jeiushalml, Pesachim, X,4,37d; come riportato in Haggadà di


Pesach, Sefer Angelo, Traduzione,Introduzione,Note di Roberto Bonfil,


Milano 1962. Le citazioni della Haggadà fanno riferimento al sefer


Angelo. La trascrizione del nome di Rabbi Hiyya differisce da quella


riportata Rabbi Chijjà-pag.34.


(3)Schoeps,op.cit.pagg.68-69.


(4)Schoeps,op.cit.pag.106.